Gesù fa il Suo ingresso trionfale in Gerusalemme, acclamato e lodato dal popolo. Ma al tempo stesso gli scribi e i farisei, infastiditi da tanto clamore, decidono di complottare contro Gesù per farLo morire. La loro posizione di ostilità li porta a chiedere, sotto forma di istigazione, spiegazioni al Maestro circa la Sua autorità, ma Gesù con molta astuzia, caratteristica questa che non deve mancare neanche a noi (semplici come colombi, ma astuti come serpenti), riesce a deviare il discorso verso il battesimo di Giovanni. Seppure in maniera indiretta, con la parabola che andremo ad analizzare Cristo chiarisce comunque la Sua posizione di autorità. Dio, come lo stesso padrone della vigna, ha dato nelle mani dell’umanità un dono straordinario, che è il dono della vita su questa Terra. Come il padrone però, Egli ha il diritto di pretendere dall’uomo il dovuto al tempo opportuno. Come quei vignaioli malvagi, anche l’umanità è stata spesso scossa da tanti che prima e dopo la venuta di Cristo hanno spinto l’uomo ad intraprendere una relazione con Dio. Il padrone della vigna diede nelle mani dei vignaioli quel pezzo di terra, ma il terreno era di sua proprietà, ed a lui spettava parte del raccolto al tempo della mietitura. E’ lo stesso con Dio: Egli ha dato a tutti noi il dono meraviglioso della vita e al tempo opportuno chiede che il frutto dei nostri giorni sia offerto a Lui. Oggi come nel passato l’essere umano non comprendendo una tale verità ha valorizzato il dono più che il Donatore, proprio come quei malvagi vignaioli che erano affezionati molto di più al dono. Molti si chiedono quale sia lo scopo della vita umana. La risposta è semplice: dare a Dio quello che Gli spetta. L’uomo si trova ad essere il gestore della vita che Dio gli ha affidato. Sono famose le frasi del tipo: “la vita è mia e la gestisco a modo mio”…. “Solo io posso essere il giudice di me stesso”….Noi non possediamo niente! Dio ci ha creati ed è soltanto a Lui che dobbiamo rendere lode, onore e gloria. La parola “uomo” significa infatti: colui che guarda in alto. Noi siamo stati creati per avere un contatto diretto con Dio. Ma purtroppo proprio come quei vignaioli siamo molto più concentrati sulle cose di questa Terra. Solo quando decidiamo di avere una relazione con Dio le nostre vite acquistano un vero valore. Come la misericordia di quel padrone anche la misericordia di Dio l’ha spinto a mandare sulla Terra il Suo diletto Figliuolo. Se quel padrone si domandava tra sé: “forse a mio figlio porteranno rispetto”, Dio invece non si è posto una tale domanda perché in virtù della Sua onniscienza già conosceva la sorte che attendeva Gesù, il Suo Figliuolo prediletto. Maltrattato, umiliato e infine ucciso. Fino a quando rifiuterai di dare a Dio la tua vita? Gesù racconta questa parabola rivolgendosi ai Giudei, ma è rivolta anche a noi ponendoci di fronte ad una grande responsabilità. Che strano, quei vignaioli così attaccati alla vigna si ritrovarono ad un certo punto privi della stessa. Il padrone li cacciò fuori per fare spazio ad altri. E’ in questi altri che ci siamo noi gentili, popolo straniero; Israele ha rifiutato il messaggio della salvezza e Dio si è rivolto alle genti. Puoi domandarti come sia possibile vivere in continua comunione con Dio, il verso 17 ci da una risposta: la risposta è Gesù! La pietra angolare: rifiutata diviene per l’uomo motivo di inciampo “come è scritto: «Ecco, io metto in Sion un sasso d'inciampo e una pietra di scandalo; ma chi crede in lui non sarà deluso» Romani 9:33; da Isaia 8:14; 28:16); ma se invece viene accettata diventa la pietra angolare della propria esistenza, il centro, la base, il fondamento, il tutto della vita: “Siete stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare” Efesini 2:20. Il segreto dunque è credere in Gesù. Per piacere a Dio bisogna accettare Cristo definitivamente e lasciarsi conquistare sempre di più dal Suo amore. Quei vignaioli ottennero dal padrone un tempo in cui pentirsi delle proprie malefatte, e così pure l’umanità oggi vive ancora il tempo della grazia per ravvedersi e decidere di vivere per Dio. Egli non vuole statue, oggetti, denaro né altre cose materiali ma riavere per Sé quello che il peccato ha corrotto, ossia la nostra vita e la nostra anima lavata e redenta dal sangue di Gesù. Afferra queste parole e dai una svolta alla tua vita. “Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà” Luca 9:24.